Campagna Cane Guida Blindsight Project

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IL CANE GUIDA ANZIANO E IL NUOVO CANE GUIDA

Cosa fare quando un cane guida diventa anziano? Semplice: va in pensione, cioè smette di lavorare come guida per la persona disabile visiva, e diventa un normale cane da compagnia. Artù, il mio labrador di 14 anni compiuti, ne sa qualcosa: circa due anni fa mi fece capire che era stanco, che avrebbe anche lavorato ancora, ma che l'età cominciava a farsi sentire. Quindi smise di lavorare, e ancora sta bene, anche se affannato in questi giorni dal caldo.
Ma la domanda vera è: che fa la persona disabile visiva, quando il cane anziano non lavora più? Cosa succede dopo anni di autonomia quasi totale, soprattutto nella mobilità, quella che solo un cane guida può dare a chi non vede o vede poco (cioè le persone cieche e le persone ipovedenti). Anche per questa domanda, la risposta è semplice: si prende un altro cane guida. Se però si abita fuori dall'Italia, perché qui, purtroppo, i tempi di attesa per avere un cane già addestrato e pronto a guidare, affidatoci dalle pochissime scuole esistenti, sono biblici, per tanti motivi. Un'attesa che significa solo questo: stare chiusi in casa, o pagare ogni volta chi ci accompagna (mai poi come lo farebbe un cane guida, e gratis tra l'altro).
Volendo si può scegliere anche di aspettare che la scuola, a cui si è fatta domanda, possa affidarci un nuovo cane. Ma questo solo se si può, se le condizioni personali lo consentono, ad esempio non siamo pochi a vivere da soli in casa, ad affidarci completamente al cane guida per ogni cosa in cui servono occhi per vedere e per muoverci, esclusa ovviamente la lettura di un testo o la descrizione di un film.
Ad esempio io non avrei potuto aspettare i tempi di attesa previsti in ogni scuola, vivendo da sola e potendo contare solo su me stessa per tutto: capirete l'importanza di avere subito un altro cane, pronto a fare il lavoro che faceva Artù, che a sua volta, sempre per non poter aspettare, non esce da alcuna scuola, ma fu addestrato privatamente. L'addestratore veniva a casa mia, e insieme lo abbiamo addestrato, praticamente da quando aveva 60 giorni. Va detto che fino ad un anno circa di età, qualsiasi cane è ancora cucciolo, quindi non inizia mai a lavorare prima, però iniziammo a prepararlo senza pretendere molto, se non l'educazione e tutto ciò che si deve insegnare ad un cucciolo.
Comunque ad un certo punto, mi sono trovata di fronte a poche scelte: o un altro cane subito, o chiusa in casa, non potendomi nemmeno permettere di pagare taxi e accompagnatori. Sarei invecchiata e mi sarei consumata insieme ad Artù, e dopo di lui sarei finita anch'io, perché chiusa non so stare e perché lui è stato il mio primo cane guida, arrivato nella mia vita da super normodotata a ben 43 anni, dopo un anno cioè dall'incidente che mi rese cieca del tutto e ipoudente. Lui mi ha insegnato a vivere da cieca, devo a lui la mia sopravvivenza, ed anche la mia crescita in questi lunghi e intensi 14 anni. Nessun'altro mi è stato vicino e mi ha resa autonoma come è riuscito a fare Artù. Quindi cosa fare? In fondo sono una ex vedente, ho visto per quasi 42 anni, e come ho visto! Ho sempre avuto cani e li ho sempre amati, quindi...
Ho preso un altro cane, di 60 giorni, superselezionato e supersano, ma ho cambiato orientamento rispetto alla razza: dal labrador al pastore. E' arrivata quindi una straordinaria femmina di Australian Cattle Dog, cani pressoché sconociuti in Italia, ma molto amati all'estero, perché sono molto longevi, intelligentissimi, di piccola taglia, e non si possono paragonare a nessun altro cane, anzi forse un po' al pastore tedesco, ma in miniatura. Ottimi lavoratori, sono anche chiamati "cane velcro", per come si attaccano al proprio compagno umano, che starà sempre sicuro con un cane così al fianco, dotato di un morso unico, quello a forbice. E' un cane simpaticissimo e socializza benissimo con gli umani, molto meno con i gatti nel mio caso.
Inizialmente ho avuto mille dubbi, per il fatto che nessuno era a conoscenza di questo tipo di cane, bravissimo anche come cane guida in paesi come l'Australia, il Canada, gli Usa e qualcuno anche in Europa.  
Così è arrivata Işık (leggi Iscìk, significa Luce in turco), tutta blu e argento, che non arriva a 16 chili, quindi gestibilissima, e mi adora, come adora Artù. Ora ha da poco compiuto 16 mesi, ma mi guida da un pezzo, e ogni giorno migliora sempre più. Işık proviene dal prestigioso allevamento "Banana Bender" di Cesena, invece per informazioni sull'Australian Cattle Dog leggi anche qui:  http://www.addestramentocaniblog.it/australian-cattle-dog/.
Ultima domanda: ma chi ha addestrato Işık? Risposta non semplice stavolta, ma va data: io e Artù.
Perché una persona che non vede può addestrare un cane? E chi meglio di vive la cecità, può fare questo? Ovviamente c'è una parte che non si può fare da soli, ed è comunque necessaria la presenza di una persona vedente: ad esempio per la socializzazione con altri cani. Ma la parte che riguarda comandi e lavoro di guida, io e Artù, a cui Işık è stata subito affiancata, praticamente lo abbiamo fato senza accorgercene. La piccolina a 3 mesi già si fermava sul gradino di un marciapiede, perché camminando con Artù questo si faceva. E poi tutto il resto, fino ad oggi, che è bravissima, anche se ancora molto giovane, e quindi ancora non perfettissima, ma un cane perfetto, che sia da compagnia o da lavoro, incluso il cane guida, non esiste.
Ho raccontato per sommi capi, perché ci sarebbe da scrivere un libro su quanto ho vissuto da quando è arrivata Işık, su come bisogna stare attenti a non suscitare gelosie tra i due, su come Artù le abbia fatto da mamma inizialmente, e insegnato a lavorare poi, e su come, pian piano, si sia messo autonomamente in pensione, smettendo di lavorare da un giorno all'altro. Esattamente quando ha capito che Işık aveva imparato a prestare più attenzione alle macchine, ai semafori, e agli attraversamenti, che a Roma sono sempre una roulette russa. Tante cose magnifiche ci sarebbero da raccontare, per ora volevo solo raccontare cosa succede se un cane guida diventa anziano, e che fine fa. Non il cane ma chi vive la cecità, soprattutto se non è ricco, non vive con altri in casa e può contare solo sulle proprie risorse.
Concludendo: i cani guida non sono tutti della stessa razza, e il mio esperimento con Işık è riuscito benissimo, perché da tempo andiamo ovunque e facciamo di tutto insieme, mentre Artù si riposa, o esce a fare la sua passeggiatina da annuso con una persona vedente.
Işık è il primo Australian Cattle Dog cane guida italiano, ed è una soddisfazione poter dire che anche in Italia, questi cani stupendi, lavorano per noi disabili visivi.
Naturalmente mi aspetto l'oceano di commenti, non scritti qui né altrove ovviamente, ma necessità fa virtù, e se oggi ancora esco e sono autonoma, e perché sono stata costretta a fare questa scelta, poi con un po' di coraggio, pazienza e amore per i cani, questi si possono addestrare anche se si è ciechi, sempre insieme ad un altro cane guida, e al sostegno di una persona vedente, per ciò che dicevo sopra.
Sono a disposizione per ogni informazione, e sarò lieta di suggerire molto e dare tutto il mio sostegno, nel caso qualcuno volesse un cane guida di questa razza così discreta, perché grazie alle sue dimensioni, finora nessuno ha mai osato cacciarmi via, come succedeva invece con Artù una volta si e una no (quando le dimensioni fanno la differenza).
Per informazioni: Laura Raffaeli, scrivete a blindsight@live.it.

Leggi anche: "OCCHI DA TIGRA"
Nell'immagine, scattatta di recente da Dakota Collection in occasione del primo giorno con la nuova pettorina, io e Işık che camminiamo libere e autonome per Roma.

IL CANE GUIDA NON E' UN CANE TRISTE


In molti pensano e vedono un cane guida come una vittima, un animale che noi ciechi abbiamo relegato al lavoro, al sacrificio e alla noia di una vita fatta di sole responsabilità. Un cane che non gioca, che non può fare altro che lavorare. Non è così! Vorrei togliere molti dubbi, vorrei che chi legge qui capisca quanto sia importante per un cane far felice il proprio padrone, ovvio che mi riferisco a cani che non sono stati viziati, ma rispettati e amati per ciò che sono: cani e non bambini.

PAGA LA CACCA DEL TUO CANE


"Castel Mella: nuova ordinanza per la raccolta dei rifiuti dei cani
Il Comune di Castel Mella ha emesso una recente ordinanza relativa alla raccolta dei rifiuti dei cani.  I conduttori degli “amici a quattro zampe” dovranno ricordarsi di portare a spasso il proprio cane muniti di sacchetti dedicati esclusivamente alla raccolta delle deiezioni canine. Il provvedimento comunale, oltre a ricordare gli obblighi già in essere, introduce una novità: gli agenti di polizia municipale multeranno non solo chi viene sorpreso a non raccogliere le deiezioni del proprio cane, ma anche coloro che verranno trovati per strada senza sacchetti per la raccolta delle feci. (...)

IL NOSTRO ADDESTRAMENTO (terza parte)

Seguire i percorsi che decideva Artu è stato per me un esercizio, o addestramento, fantastico. Spiego meglio: uscivo da casa e non dicevo assolutamente niente ad Artu, che alla fine della stradina si trovava un po' in difficoltà, non tanto per il dubbio, ma forse per la paura di non aver sentito se dicevo qualcosa. Di solito, se non dicevo nulla, mi portava direttamente al bar dove solitamente facevo colazione, uno dei pochi a Roma che non mi faceva storie per via del cane e il più vicino a casa mia. C'è da dire che per un lungo periodo io mi sono ritrovata a vivere come un automa, telecomandata, solo dalla mia coscienza però e non da altri, se non in piccola parte proprio dal mio cane.
E' stato il periodo in cui ho cercato di accettarmi com'ero ridotta, e di umani ho già detto che non ce n'erano ad aiutarmi.
Tornando ai percorsi decisi dal cane, mi accorsi che questo modo di camminare mi consentiva di

IL NOSTRO ADDESTRAMENTO (seconda parte)

In questa parte, che è la seconda del nostro addestramento, sono costretta a ricordare qualcosa che vorrei dimenticare, ma non posso se voglio dire qual'è stato il percorso per me ed Artu finora, quindi rompo il silenzio di nuovo, quello già rotto nel mio secondo libro: il silenzio che dovrebbero rompere altre donne, che come me hanno subito quanto dirò avanti, qui ovviamente anche quello sulle scuole che non addestrano cani di proprietà, o che se promettono di farlo, inventano mille scuse per prendere tempo e non farlo mai, un silenzio che altri ciechi dovrebbero rompere.
Il tempo cura molte cose, ma alcune non saranno altro che ferite aperte che, man mano, gronderanno meno sangue, ma sempre aperte rimarranno, come forse per il mio cane, rimarrà impossibile capire che una coperta può essere un gioco o una cuccia, oltreché una gabbia.
Passati i primi mesi,

IL NOSTRO ADDESTRAMENTO (prima parte)

Come ho addestrato il mio cane guida? Comincio a dire, questa è la prima parte, e parlo di noi due in casa.
Forse è lui che ha addestrato me, sembra uno scherzo ma non lo è affatto!
Non nascere ciechi comporta un cambio di "dimensione" a cui non tutti si abituano subito ed è anche molto difficile farlo, perchè si è abituati ad usare gli occhi per il buon 90 per cento delle azioni che si compiono, quindi ritrovarsi senza visione può dare a volte la sensazione di essere morti, soprattutto se arriva dopo un trauma, ma non è certo la sindrome di Cotard che mi colpìi, semmai l'asfalto su un casco integrale introno al mio cranio, con il mio cervello scombussolato all'interno di esso.
Si torna a casa come chi torna da un naufragio durato secoli su un'isola deserta, almeno per me fu questa la

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